Inceneritore Eni a Marghera e rischio Pfas: i timori dei comitati

di vez Ecosistemi In evidenza Venezia
4 minuti di lettura
Marghera di notte. Photo by Stefano / Flickr. CC BY-ND 4.0 DEED https://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/

È arrivata anche a Venezia l’eco della pubblicazione dello studio sugli effetti dei Pfas condotto dal team dell’Università di Padova guidato dal professor Annibale Biggeri, che ha rivelato un aumento di quasi 4000 decessi tra il 1985 e il 2018 nell’area rossa, con un incremento della mortalità per malattie cardiovascolari e tumori.

Nel Veneziano sono i comitati del Coordinamento No Inceneritore Fusina a rilanciare l’appello delle mamme No Pfas, che hanno partecipato alla ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Health, in un’ottica di citizen science.

Il parere dell’Istituto Superiore di Sanità

Il tema è quello dell’inceneritore che Eni Rewind progetta di costruire a Porto Marghera, in prossimità del canale industriale sud, che prevede due forni per lo smaltimento di 190 mila tonnellate all’anno di fanghi provenienti da depuratori civili e industriali del territorio veneto e da fuori regione. A metà aprile è stato reso pubblico un parere dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui la Regione Veneto si era rivolta, preoccupata per la la possibile presenza di inquinanti nei fanghi, tra cui anche i famigerati Pfas, gli “inquinanti eterni”. L’ISS, nel documento risalente al febbraio 2024, ha analizzato la valutazione di impatto sanitario presentata da Eni Rewind giudicandola insufficiente.

- Sostieni VEZ -
Ad imageAd image

La manifestazione del primo giugno

Di fronte al nuovo studio, per i comitati contrari all’inceneritore, «non ci dovrebbe essere nessuna esitazione da parte dei decisori politici nel mettere al bando i Pfas, e nel bloccare progetti di nuovi inceneritori, come quelli di Eni Rewind e di Veritas. A livello scientifico – si legge in una nota del Coordinamento veneziano – è ormai riconosciuto come gli inceneritori costituiscano sicure fonti di pressione ambientale per questi e altri pericolosissimi inquinanti. Cos’altro deve succedere perché si ponga fine a queste scelte così sbagliate e pericolose? Noi non staremo a guardare, e rilanciamo l’appello alla popolazione affinché scenda in piazza insieme a noi il primo giugno a Mestre». Quel giorno infatti è stata indetta una manifestazione, con partenza alla ore 15.30 dalla stazione ferroviaria di Mestre, le cui parole d’ordine sono “no inceneritori” e “no Pfas”.

Questi inquinanti, si legge nell’appello che lancia la manifestazione «non si possono nemmeno bruciare, perché molti di questi composti non si degradano nemmeno ad altissima temperatura, e per questo motivo, come le diossine, fuoriescono dai camini degli inceneritori disperdendosi nell’ambiente».

Due incontri su Pfas e inceneritori a maggio

Proprio sul tema salute, Pfas e inceneritori sono previste due iniziative di avvicinamento alla manifestazione, rivolte in particolare al mondo della scuola, con il coinvolgimento di medici, pediatri e delle mamme No Pfas.

Giovedì 9 maggio alle ore 18.30, nella sede dell’Associazione Viva Piraghetto, in via Piave 57 a Mestre, c’è la presentazione del libro “Mamme Ribelli” con la partecipazione di Linda Maggiori (giornalista e autrice), Vitalia Murgia (pediatra Isde) e Nadia Piazza (Progetto Nascere meglio – Coordinamento No Inceneritore Fusina).

Mercoledì 15 maggio alle ore 18 in Villa dei Leoni a Mira conferenza “Stop PFAS – Stop inceneritori” con la partecipazione di Michela Piccoli (mamme No Pfas), Claudio Lupo (medico Isde Vicenza), Paolo Regini (pediatra Isde Venezia) e Mattia Donadel (Opzione Zero – Coordinamento No Inceneritore Fusina).

La conferenza dei servizi che dovrebbe decidere se dare il via libera o meno al progetto è fissata per il 28 giugno.

Sostienici

VeZ è un giornale indipendente, puoi sostenerlo effettuando una donazione.

Gli ultimi articoli

ARGOMENTI: ,
Condividi questo articolo

Sostieni VeZ

Aiuta l’informazione giovane e indipendente a crescere.