Tav Vicenza, 20 cantieri in città. Critical mass per la moratoria

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Screenshot dal video YouTube: "Marzo 2024 - AV/AC Verona-Padova: in volo sul futuro tracciato della nuova linea", fonte consorzio Iricav Due

Si avvicina sempre più la cantierizzazione del secondo lotto funzionale del progetto Tav Verona-Padova, che attraverserà la città di Vicenza per 6,2 chilometri con un costo previsto di oltre 250 milioni di euro al chilometro. Lo scorso mese il consorzio Iricav Due ha pubblicato la mappa dei cantieri, che prevedono circa 20 aree funzionali (industriali, tecniche, di stoccaggio, operative) prevalentemente lungo l’asse di viale San Lazzaro e la Strada Padana Verso Verona. E i movimenti dal basso per opporsi al progetto, ormai ventennale, proseguono.

Elenco dei cantieri previsti per l’Alta Velocità a Vicenza nel 2024. Fonte: Consorzio iricav Due

Domenica 7 aprile, giornata mondiale della Salute, il Cast – coordinamento ambiente salute Tav ha organizzato a partire dalle ore 17.30 una Critical Mass.

Il ritrovo è previsto in piazza Matteotti, luogo da cui le persone cominceranno a sfilare in bicicletta per ribadire che “la nostra salute dipende strettamente dalla salute del territorio in cui viviamo” – come riporta il comunicato degli organizzatori.

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La questione Pfas

Una delle questioni critiche è il legame della grande opera con l’inquinamento di acque e aria del territorio berico. I medici dell’Isde – Associazione Medici per l’Ambiente di Vicenza – si dicono preoccupati perché «il cantiere alzerà molta polvere e pulviscolo in una città che già sfiora i tetti di legge per le polveri sottili nell’aria e se useranno l’acqua per portare a terra le polveri si tratterà di acqua inquinata da Pfas, che verranno vaporizzati e diffusi nell’aria».

Leggi anche: Tav a Vicenza, i medici Isde: “Rischio sanitario con polveri e Pfas”

La richiesta degli organizzatori è una moratoria immediata sul progetto per effettuare analisi ambientali, sanitarie e sociali dell’opera per “difendere la salute delle persone e del territorio”.

Il protocollo Envision (non vincolante)

Per il momento, Rete Ferroviaria Italiana ha previsto alcuni controlli da parte di un ente esterno al fine di certificare l’opera con il protocollo internazionale Envision. Durante la commissione consiliare Territorio del 7 febbraio, l’ingegnera Nicoletta Antonias, referente per la sostenibilità di Rfi, non si è mostrata preoccupata: “Che il progetto non sia certificabile lo escludo a priori, perché i progetti che sviluppiamo seguono già i criteri di sostenibilità da verificare con Envision”, ha affermato. L’esito della certificazione non è comunque vincolante rispetto la prosecuzione dei lavori per il secondo lotto funzionale.

La mappa dei cantieri Tav a Vicenza, 2024. Fonte: Consorzio Iricav Due

Nel frattempo, il 28 marzo il Giornale di Vicenza ha pubblicato un articolo in cui parla di una famiglia espropriata, riportando come informazioni principali la giustezza dell’indennizzo e il fatto che “I treni non mancheranno”. Ciò che è stato raccontato dalla famiglia e che emerge dall’intervista, tuttavia, è soprattutto altro: “A parole tutti stavano facendo il possibile, ma nei fatti si è visto gran poco. Sono stati fatti tanti annunci, come accordi per il passaggio dei mutui e l’idea di abitazioni a prezzi calmierati, ma niente si è concretizzato”.

Un’incongruenza tra racconto e realtà presente anche nelle informazioni che arrivano da Palazzo Trissino. Mentre il sindaco Possamai annuncia lavori che restituiranno “una stazione significativamente riqualificata già dal prossimo anno, con interventi pensati per accogliere al meglio l’Adunata nazionale degli alpini e per assegnare gli spazi commerciali sfitti alle associazioni cittadine”; vengono privati alla città spazi importanti di socialità e di contrasto alla marginalità adulta.

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L’Albergo cittadino: da poco riqualificato, già da abbattere

Tra le aree per cui il Comune incasserà 3,5 milioni di euro di indennizzo, infatti, compaiono anche un alloggio Erp, il centro sociale Bocciodromo e l’Albergo cittadino di via Giordano, destinato all’emergenza freddo. Era stato riqualificato nel 2020 con 430 mila euro di fondi Por Fesr, ora dovrà essere abbattuto per fare spazio ai binari, e il Comune ha aperto un avviso pubblico per cercare un immobile che possa sostituirlo.

Una conseguenza del passaggio della grande opera che impatta direttamente sulla vita delle persone e che l’amministrazione, che solo qualche mese fa si appellava a cittadini con case vuote disponibili, dovrà affrontare – anche economicamente.

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