Pfas, il Veneto si muove per la sicurezza dei Vigili del fuoco

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Vigili del Fuoco. Foto da Ministero dell'Interno.

Il Veneto si muove per garantire la sicurezza dei Vigili del fuoco dagli Pfas, le sostanze “eterne” a base di fluoro ampiamente considerate cancerogene dalla letteratura scientifica e presenti, tra le tante cose, anche nelle schiume antincendio e nelle tute utilizzate dai pompieri. 

La richiesta di Europa Verde

La consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, da tempo in prima linea in Veneto per la regolamentazione degli Pfas, nelle scorse settimane ha chiesto al ministero dell’Interno e ai Vigili del fuoco uno studio sulle possibili problematiche delle tute ignifughe oltre a un monitoraggio del sangue di un campione di pompieri attivi in in regione.

Guarda, nella risoluzione presentata al Consiglio regionale e datata 16 gennaio, fa notare che a partire dal 2021 alcune organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco hanno segnalato la presenza di Pfas nel teflon con cui sono fatti i dispositivi di protezione individuale indossati dai Vigili del fuoco. L’anno precedente la Commissione europea aveva invece stabilito dei limiti alla presenza di Pfoa nelle schiume antincendio usate nello spegnimento dei roghi. 

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Leggi anche: Pfas, nuovo studio su Lancet: «Pfoa certamente cancerogeno»

Le analisi (che mancano) in Italia

Tuttavia, come sottolineato da un articolo del 2023 di IrpiMedia, se negli Stati Uniti è stata dimostrata la correlazione tra l’esposizione ai Pfas tramite gli indumenti antifiamma e alcune malattie che colpiscono i pompieri, in Italia analisi approfondite non sono state ancora svolte. La testata di inchiesta ha fatto però analizzare privatamente un giaccone anti-fiamma di un pompiere italiano e la concentrazione di Pfas rilevata fa invece supporre che andrebbero avviate indagini più approfondite sulla sicurezza dei materiali dati in dotazione al corpo dei Vigili del fuoco.

I rischi per la salute

Inoltre, ricorda la risoluzione a firma di Guarda, è ampiamente dimostrato che tra i tumori più diffusi tra chi è stato particolarmente esposto a Pfas vi sono il cancro ai testicoli, il mesotelioma, il linfoma non Hodgkin e il cancro alla prostata. «Stando a quanto riportato da alcuni studi internazionali si tratta di quattro degli otto principali tumori che colpiscono i Vigili del fuoco», si legge ancora nel documento.

Tenuto conto che alle condizioni in cui operano i pompieri si aggiunge «l’esposizione agli Pfas cui è già soggetta la popolazione veneta», a causa dell’ormai nota contaminazione ambientale, secondo Guarda è «opportuno attivarsi» per incaricare la Direzione Centrale per la Salute e il benessere del personale di uno studio sul tema Pfas e di un biomonitoraggio di pompieri veneti, anche volontari, per poi estenderlo a tutti i lavoratori del corpo nazionale.

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