A Bruxelles un alto e un basso… no fa un guałivo

di Davide Sabbadin In evidenza Politica
7 minuti di lettura
Struzzi. Photo by cocoparisienne / Pixabay

Un vecchio proverbio veneto dice che “un alto e un basso fa un guałivo“: la “l” intervocalica compare e scompare, a seconda della provincia, ma il significato è uguale ovunque ed indica che il migliore dei risultati lo si ottiene mediando tra due tendenze opposte. Dallo stesso vocabolo viene il verbo sguałivare, ovvero agguagliare, rendere omogeneo e senza asperità.

Agguagliare non lo sapevate eh, dite la verità? Neanche io, lo confesso.

Ebbene, oltre rappresentare l’essenza della proverbiale “moderazione” politica del Veneto – guai ad esporsi troppo verso un’idea o un’altra! – il proverbio non è che sia  proprio sempre sempre giusto: per esempio, guardando a quel che è successo nelle ultime settimane a Bruxelles, appare chiaro che ci sono mediazioni completamente fuori tempo massimo, che non sono compatibili con gli obiettivi di tutela del clima e dell’ambiente.

- Sostieni VEZ -
Ad imageAd image

Mentre si pulivano le strade dagli ultimi strascichi lasciati dai trattori ribelli e spuntavano i crochi e i narcisi nei parchi cittadini, il Parlamento Europeo è stato occupatissimo ad approvare o affossare vari provvedimenti chiave.

Sia chiaro: da qui a fine aprile sarà una corsa a chiudere file aperti, finalizzare discussioni protrattesi per anni, prima di andare tutti a casa, chi per qualche mese chi per sempre, per concludere la campagna elettorale in vista delle elezioni di giugno.

Il regolamento sugli imballaggi monouso

Ecco che allora ci sono buone notizie (gli “alti”) e cattive notizie (i “bassi”): un “alto” sicuramente è l’accordo trovato dalle istituzioni europee per approvare il regolamento sugli imballaggi monouso: ne avevamo parlato qui, e alcune delle paure che anticipavo in quell’articolo si sono materializzate.

Ad esempio la lobby degli imballaggi di carta ha vinto la “battaglia dei fast food” e continueremo a mangiare i nostri panini e le nostre patatine producendo tonnellate e tonnellate di rifiuti inutili: contenitori che sono serviti per dieci minuti al massimo prima di essere avviati all’inceneritore. Buon appetito.

Leggi anche: Elezioni europee, la kill list del PPE per fermare le norme ambientali

Ma altri punti importanti della norma sono rimasti: per esempio si introduce un obiettivo nazionale per il riuso degli imballaggi, che dovrebbe avere importanti ricadute sulla reintroduzione del vuoto a rendere. Ma anche qui, l’accordo c’è ma non è garantito: gli addetti ai lavori mormorano che la Commissione Europea, che si dice scontenta di alcuni dettagli relativi alle norme sulle importazione degli imballaggi, voglia ritirare la proposta e rimandare tutto alla prossima legislatura. Un caso raro, che nasconde forse un modo molto machievelico di andare incontro alle richieste dell’industria approfittando di un cavillo. Un “alto” quindi, che può facilmente trasformarsi in un “basso”.

Limiti alle emissioni degli allevamenti

E un “basso” vero e proprio invece rischia di essere la paventata bocciatura della direttiva sulle emissioni industriali (Industrial Emissions Directive). La norma, già molto annacquata rispetto alla bozza presentata dalla Commissione due anni fa, è sotto attacco da parte dei conservatori perché comunque prende di mira “ancora troppi allevamenti di media dimensione” di maiali e polli. La revisione della direttiva, infatti, oltre a considerare l’evoluzione delle tecnologie e delle norme avvenuta nel frattempo (“ci sono nuovi, migliori filtri per i camini? Allora devi adottare i filtri migliori, così inquini meno l’aria e rispetti i nuovi limiti di legge”) aveva allargato il campo di applicazione ad una delle principali fonti di emissioni climalteranti ed inquinanti: gli allevamenti di animali. Che infatti sono in tutto e per tutto delle fabbriche, anche se producono carne invece che plastica.

Agli allevatori fa comodo dare un’immagine “da Mulino Bianco”, ma tutto, nei medio-grandi allevamenti, è pensato in realtà per trattare le bestie come macchine da trasformazione dei mangimi in carne. E quindi: perché non trattare le emissioni degli allevamenti (pensate ai nitrati che inquinano i corsi d’acqua, per esempio) allo stesso modo delle altre emissioni industriali?

Sembra troppo bello per essere vero eppure, pur con tante eccezioni e l’eliminazione di una fetta enorme di allevamenti, la norma è approdata all’approvazione finale. Ma i trattori ribelli, con la loro spallata politica, hanno creato lo spazio per il centrodestra per smarcarsi e chiederne l’affondamento.      

In difesa delle emissioni dei deretani suini ed avicoli si sono quindi schierati decine di deputati e centinaia di uffici stampa che stanno creando più rumore dei  suddetti deretani: ce la faranno i loro eroi a farci vivere (in)felici ed inquinati? Ai posteriori, l’ardua sentenza.

Case green, direttiva con “sforbiciate”

Anzi, no: lo sapremo entro fine marzo. Anche questo voto, infatti, finirà nell’intensa sessione di questo mese a Strasburgo. Tra le altre cose sapremo se il Parlamento approverà anche la direttiva “case green” (anche questa trattata su Vez). Se approvata, diremo definitivamente addio al finanziamento pubblico al riscaldamento a fonti fossili dal 2025 e stop all’uso delle caldaie al 2040. Questa sì, per il clima sarebbe un “alto”. E poi ancora  dovrebbe essere pubblicata la strategia europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici (in ritardo perché… indovinate? hanno dovuto sforbiciarla per togliere la parte dell’agricoltura, per via dei tractor warriors) e molto altro ancora.

Tutto è ancora aperto ma nel caso i voti al Parlamento andassero male rimarrebbero solo due cose da fare: scendere in strada e incazzarsi. Oppure (o allo stesso tempo) assicurarsi che il prossimo Parlamento Europeo sia più ambizioso, andando a votare. Quasi inutile sottolineare, quindi, che un voto di qua o di là non sono la stessa cosa perché, appunto, “un alto e un basso no fa un guałivo”.

Sostienici

VeZ è un giornale indipendente, puoi sostenerlo effettuando una donazione.

Gli ultimi articoli

Condividi questo articolo

Sostieni VeZ

Aiuta l’informazione giovane e indipendente a crescere.