Gran finale (o quasi) al parlamento europeo. L’importanza del voto giovane

di Davide Sabbadin In evidenza Politica
7 minuti di lettura
Use your vote - European elections on 6-9 June 2024. Photo credit: CC-BY-4.0: © European Union 2024 - Source : EP (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Avete presente il palio di Siena? Se lo avete visto ricorderete certamente che le fasi più concitate sono la partenza e l’arrivo, dove i corridori danno il massimo: il finale è da mozzafiato e tutti cercano di arrivare a piazzare il colpo maestro.

Ecco, questa è stata un po’ l’atmosfera dell’ultima settimana di lavori del parlamento europeo, che si è chiusa di recente con un tale numero di leggi approvate che si fa fatica a tenere il conto. È normale. Siamo a fine legislatura, letteralmente, e diverse cosette erano rimaste in sospeso e da finire, molte della quali ancora legate allo European Green Deal.

Le ultime direttive ambientali approvate

E quindi ecco che il parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva sull’ecodesign dei prodotti e la norma al diritto alla riparazione (qui, mentalmente, fate la ola), e la direttiva sugli imballaggi monouso (olé, ma meno forte), la direttiva sul controllo etico e sociale dei fornitori delle aziende fuori Europa (olé, ma solo un una mano), l’uscita dell’Europa dallEnergy Charter Treaty (state pure seduti, era scontato) e soprattutto la nuova direttiva sulla qualità dell’aria (qui invece una ola ci sta tutta).

- Sostieni VEZ -
Ad imageAd image

Orbene ci vorrebbero giorni interi per spiegare tutte queste norme, che avranno impatti importantissimi nei prossimi vent’anni, sul modo di produrre in Europa, sulle nostre fabbriche, sui lavoratori in Asia che producono i nostri vestiti, sui nostri polmoni e sulla nostra salute, sul diritto di poter rinunciare a un pozzo petrolifero o a un gasdotto programmato senza il rischio di poter essere citati in giudizio dalle multinazionali, sulla fine delle bustine monodose al bar e tanti, tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana. Quasi sempre in maniera positiva per l’ambiente e per i lavoratori, almeno nelle intenzioni.

Non mi ci metto neanche, quindi, a spiegarle una a una (di alcune di queste abbiamo parlato in questo blog, su altre ci torneremo) ma riassumo dicendo che molte di queste norme erano partite molto più ambiziose (praticamente tutte) e che tutte sono state molto limitate dagli stati membri, e recentemente anche da un parlamento che si è buttato più a destra.

Tutto bene, dunque? No, per niente. Queste erano le buone notizie. Ve le ho messe per prime per partire un po’ di slancio e fare un esercizio di ice-breaking, come si fa nelle riunioni informali. Soprattutto se avete fatto la ola.

Il ritorno dell’austerità fiscale

Ma il Parlamento Europeo ha anche approvato una norma sulle regole fiscali che ci riporta all’austerità e che di fatto decreta l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi climatici, perché non si potrà investire a sufficienza. Ha votato anche il NetZero Industry Act la risposta europea (molto timida, in realtà) al piano di investimenti ammerigano. È un piano di investimenti dove i soldi non è chiarissimo da dove verranno, ma si identificano oltre 10 diverse industrie innovative “strategiche” per l’economia e per il clima e dentro a questa lista si sono infilate anche cose che non sono proprio innovative o nuove, come il nucleare. Non la fusione, la fissione. Che uno può pensarne quello che vuole, ma non ha niente di innovativo ad oggi.

E non dimentichiamoci la riforma della politica agraria più veloce della storia: un paio di manifestazioni di trattori e la norma più importante d’Europa è stata modificata. Ne abbiamo già parlato, inutile tornarci sopra. Se volete approfondire, qui trovate qualcosa.

Per ultimo ci sono i colpi che sono rimasti in canna. In particolare tutto quello che doveva essere fatto per rimediare ai tanti danni che abbiamo fatto alla natura, e che invece è caduto vittima delle tante lobby industriali e del vento di destra che soffia in tutta Europa.

Non passa la Nature Restoration Law

In particolare la Nature Restoration Law, ovvero la legge per il ripristino della natura e degli habitat, che era riuscita a passare indenne le forche caudine del Parlamento, si è arenata nel Consiglio Europeo. La Presidenza belga ha deciso che non c’era consenso e ha rimandato alla prossima Presidenza. Che sarà ungherese. Avete presente? Ecco. Quindi l’ha ammazzata.

E inutile dire che anche la Chemical Sustainability Strategy è rimasta lettera morta, come un po’ tutte le norme sui pesticidi.

La prossima legislatura europea, tutti dicono, sarà concentrata sui temi della competitività europea, per provare a fermare il declino. Cosa abbiano in testa le aziende europee per competitività si è visto con la dichiarazione di Anversa, praticamente un inno a distruggere o arenare molto di quello che è stato votato in questi ultimi anni, unito alla solita richiesta di schei, unitaria, forte, enorme. Transizione ecologica sì, ma deve pagare pantalone, non le aziende che hanno inquinato fino a oggi.

L’importanza del voto dei giovani alle europee

Il quadro potrebbe sembrare a tinte fosche, ma non è detto che lo sia poi cosi tanto: i sondaggi che girano per le stanze di Bruxelles sono relativamente incoraggianti e indicano che la destra populista ed anti europea non ce la può fare, neanche alleandosi alla destra cosiddetta liberale, a governare il parlamento europeo.

Leggi anche: Elezioni europee, come votare da studenti fuori sede

Certo, molto dipenderà dal voto dell’elettorato giovane europeo, storicamente più attento ai temi del clima e dell’ambiente, che influenzeranno tutta la loro vita.

E quindi chiudo ricordandovi che l’8 e 9 giugno ci sono le elezioni europee. Segnatevelo sul cellulare, dite a Siri di ricordarvelo, fate un po’ voi. Ma fate.

Sostienici

VeZ è un giornale indipendente, puoi sostenerlo effettuando una donazione.

Gli ultimi articoli

Condividi questo articolo

Sostieni VeZ

Aiuta l’informazione giovane e indipendente a crescere.