Adunata Alpini a Vicenza: scuole invitate alla “cittadella” dell’esercito

di vez In evidenza Politica Vicenza
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94a Adunata Nazionale Alpini Udine 2023 - Inaugurazione Cittadella degli Alpini al Parco Moretti di Udine, 12 maggio 2023. Photo © LUCIANO SOLERO

Manca meno di un mese alla 95esima Adunata Nazionale degli Alpini. Dal 10 al 12 maggio a Vicenza arriveranno quasi mezzo milione di penne nere. Un evento che – almeno per come si presenta – coinvolgerà tutta la città, scuole comprese. Non solo perché nelle giornate di venerdì e sabato le lezioni degli istituti di ogni ordine e grado saranno sospese. Ma anche perché, a fine della settimana scorsa, la dirigente dell’Ufficio Scolastico territoriale, Nicoletta Morbioli, ha inviato una circolare a dirigenti scolastici, docenti, coordinatori di classe e rappresentanti della consulta provinciale del Vicentino con l’invito a visitare la Cittadella degli Alpini che verrà allestita a Campo Marzo in occasione dell’Adunata.

«La Cittadella offre una panoramica delle differenti capacità espresse dalle Truppe Alpine, mostrando, attraverso un percorso guidato, le differenti armi e specialità che oggi le compongono. L’offerta espositiva permetterà di approfondire sia la conoscenza del Mondo Militare che della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini» si legge. Oltre agli equipaggiamenti necessari per l’intervento in contesti di soccorso e pubblica calamità, quindi, la Cittadella sarà anche uno spazio per far vedere da vicino ad alunne e alunni, di qualsiasi età, gli armamenti in dotazione alle Truppe Alpine dell’Esercito. Come una vetrina di strumentazioni militari possa essere considerata una proposta d’ambito educativo per le scuole non viene esplicitato dalla circolare. E ancor di più perplime il fatto che questa proposta si concretizzi in primis in una città in cui l’amministrazione in carica ha ribadito più volte l’importanza di impegnarsi in politiche per la pace

La condanna di Non Dalla Guerra

«Riteniamo questo invito preoccupante e anche irrispettoso nei confronti delle numerose iniziative educative che negli ultimi anni hanno impegnato studenti di vario ordine e grado sui temi della pace, della non violenza e del rispetto dei diritti umani – dicono da Non Dalla Guerra, associazione da anni attiva a Vicenza con progetti di educazione alla pace nelle scuole -. Gli eventi degli ultimi anni mostrano con drammatico realismo un mondo dilaniato da guerre, con il più alto numero di conflitti in corso dal 1945 ad oggi, il tramonto della diplomazia e l’ascesa del commercio delle armi che ora è più che mai redditizio. Com’è possibile parlare di pace facendo bella mostra di armi da guerra? In un mondo dove il lessico e l’immaginario della guerra vengono utilizzati in maniera quotidiana, la nostra sfida deve essere quella di rovesciare il paradigma per un futuro di pace, partendo proprio dalle comunità locali nelle quali viviamo. Per fare questo bisogna avere il coraggio di dire ‘no’ alle armi e anche alle loro rappresentazioni e spettacolarizzazioni».

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Armi prodotte anche in Italia – fra i primi dieci esportatori di armamenti secondi i dati del SIPRI –  e che vengono vendute a Paesi di aree instabili, nonostante la legge 185 del 1990 stabilisca che le esportazioni debbano essere regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

«Quello che i ragazzi e le ragazze delle tante scuole che incontriamo ci trasmettono è il desiderio di conoscere e andare oltre le semplificazioni e le narrazioni dominanti in una società intrisa dell’esposizione della guerra – prosegue Non Dalla Guerra -. Crediamo che anche e soprattutto durante i giorni dell’Adunata il tema della pace e dei diritti umani debba essere posto al centro delle agende educative e politiche del nostro territorio, ma non riteniamo che questo percorso possa passare attraverso ‘un’esposizione’ militare. I giovani desiderano capire quali sono le possibili alternative e gli attori educativi dovrebbero promuovere l’importanza di scelte quotidiane che rifiutino concretamente le logiche dei conflitti».

Pompon antimolestie?

Ma il coinvolgimento delle scuole in quello che viene definito l’evento più atteso dell’anno in città non si limita alle visite guidate alla Cittadella degli Alpini a Campo Marzo. Nelle scorse settimane è stato presentato anche “Intrecci di Pace”, un progetto che vede la collaborazione tra amministrazione comunale e Ana – Associazione nazionale alpini, con cui si propone anche a bambine e bambini delle scuole di Vicenza di realizzare dei pompon floreali, che saranno «oggetto di una raccolta fondi per finanziare laboratori di educazione alla pace e alle pari opportunità» si legge sul sito del Comune.

Un’iniziativa che in riferimento alle pari opportunità è stata definita di “pinkwashing” da realtà come il centro sociale Bocciodromo, ricordando le centinaia di testimonianze di atteggiamenti sessisti, molestie, violenze di genere e discriminazioni omolesbotransfobiche raccolte durante l’Adunata di Rimini nel 2022: «Non sentivamo la necessità di pompon floreali, ma avremmo preferito sentir parlare di sportelli d’ascolto in città e luoghi sicuri per donne e soggettività durante le giornate dell’Adunata, che sappiamo potranno essere particolarmente problematiche per molte persone».

Anche in questo caso, poi, come per i tour alla Cittadella tra armi e altre strumentazioni, non viene tematizzata la complessità di associare la parola “pace” a quello che di fatto è un corpo armato di guerra con effettivi impegnati in più parti del mondo in operazioni belliche e addestramenti.

Il motto dell’Adunata 2024 è “Il sogno di pace degli Alpini”: sogno che potrebbe avvicinarsi un po’ più alla realtà se – almeno in ambito educativo – abbandonassimo le armi e le logiche di guerra.

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