Ultima Generazione, giornalista in fermo per 4 ore in questura a Padova

di vez In evidenza Padova Politica
6 minuti di lettura
Il materiale sequestrato agli attivisti di Ultima Generazione a Padova il 12 aprile 2024. Foto dal sito della Questura di Padova

Giornalista per quattro ore in stato fermo alla questura di Padova per aver documentato un’azione di protesta del gruppo ambientalista Ultima Generazione. È la sorte toccata a Edoardo Fioretto, che per il quotidiano Il mattino di Padova stava seguendo il tentativo di un gruppo di attivisti di entrare nella mostra “da Monet a Matisse” a Palazzo Zabarella, venerdì 12 aprile alle 15.30. La polizia ha fermato 7 persone, tra cui, appunto il giovane cronista Fioretto, oltre a un turista del tutto estraneo alla protesta. Al fatto, il mattino in edicola oggi 13 aprile dedica un ampio articolo.

Il racconto del cronista

«Gli ecoattivisti sono stati immediatamente fermati e portati in Questura. Stessa sorte è toccata a me, non perché sospetto di appartenere al gruppo ma in qualità di giornalista al lavoro – racconta Fioretto, a cui va la solidarietà di VeZ, in un post pubblicato sui social network –. Sequestrate macchine fotografiche e cellulare, sono stato trattenuto negli uffici della Questura dalle 15:30 alle 20, in un limbo legale («lei è in stato di “congelamento” signor Fioretto») in cui non avevo facoltà di andarmene o chiamare l’avvocato, ma neppure in stato di fermo ufficiale (poi formalizzato senza però alcuna accusa). L’avvocato della redazione, allertata del fatto, è stata costretta a restare fuori dagli uffici della polizia per quattro ore, senza che le fosse reso noto il motivo del mio fermo».

Il sindacato giornalisti: un fatto grave

Il Sindacato dei giornalisti del Veneto pretende chiarezza: «Quello che è emerso rispetto al cronista del Mattino trattenuto per oltre 4 ore in questura è davvero inquietante – si legge in una nota sul sito del sindacato –. Dal resoconto che si legge sulle pagine del quotidiano Nem, a Edoardo Fioretto, giovane collaboratore della testata, non è stato contestato nulla. Allora perché per tutto quel tempo non è stato messo in grado di contattare familiari, redazione, legale? Il suo “reato” è stato quello di trovarsi, nel pomeriggio di venerdì 12 aprile, a Palazzo Zabarella nel momento in cui gli attivisti di Ultima generazione stavano facendo scattare un blitz e sono stati bloccati dalla polizia. Insieme a loro è stato fermato Fioretto che si è subito qualificato. È stato portato in questura ed è finito nel numero totale dei fermati, cioè sette (pare insieme a un turista) così come si apprende nel comunicato diffuso dalla stessa Questura. Perché fatti i doverosi accertamenti non gli è stato consentito di andarsene e di svolgere il suo lavoro?».

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«Va ripetuto – sottolinea ancora il sindacato –, oltre quattro ore senza alcun contatto con l’esterno. Neppure con l’avvocato del giornale, lasciato all’ingresso della questura, come si legge nel resoconto del Mattino che riporta anche la dira presa di posizione del comitato di redazione. Alla fine nessuna contestazione. Allora perché tutto questo? Per intimidire chi fa cronaca?».

Il sindacato poi racconta un altro episodio, diversa ma indice di un brutto clima che si sta creando nei confronti della libertà di stampa: «A Venezia, nella stessa giornata, ai giornalisti è stato impedito di documentare all’interno della sede del Comune l’iniziativa del tutto pacifica di un comitato che si batte per il diritto alla casa, come denunciato anche dal cdr della Tgr Rai Veneto». Il servizio si può vedere qui.

«Sono episodi che il Sindacato giornalisti considera allarmanti – si chiude la nota – e che confermano che non bisogna abbassare la guardia nella lotta contro qualsiasi tentativo di mettere il bavaglio alla stampa: sia per via legislativa sia per via coercitiva».

La solidarietà dell’Ordine dei giornalisti

L’Ordine dei giornalisti del Veneto esprime sconcerto per quanto accaduto al collaboratore del Mattino di Padova Edoardo Fioretto. «Sono stato subito avvertito dai colleghi del Mattino dell’accaduto», dichiara il presidente Giuliano Gargano. «In attesa di chiarimenti su quanto effettivamente accaduto, l’Ordine dei giornalisti del Veneto esprime solidarietà a Fioretto – la cui pratica di iscrizione tra l’altro è all’ordine del giorno del Consiglio convocato per lunedì 15 aprile – e sottolinea che è “diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione”, come richiamato fin dall’articolo 1 del Testo Unico dei Doveri». 

Cosa ha sequestrato la polizia

Di tutto questo non c’è traccia nella nota diramata dalla questura di Padova sul fatto, dove invece si elenca con dovizia di particolari quanto sequestrato ai giovani attivisti. Riportiamo: «Uno striscione delle dimensioni due metri per uno, con fondo arancione e con la scritta “20 miliardi per riparare ai danni delle catastrofi climatiche” ed un cartello con su scritto “11 e 25 maggio a Roma”; all’interno degli zaini venivano, altresì, rinvenuti alcuni gessetti colorati con cui realizzare scritte o imbrattamenti e una confezione di attak con la quale incollarsi all’interno della mostra».

Striscione, cartello, colla e gessetti. E una bella fetta di libertà di stampa.

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