Ultima Generazione blocca il traffico a Verona per il “fondo riparazione”

di VeZ In evidenza Politica Verona
5 minuti di lettura
Blocco stradale a Verona il 23 ottobre 2023. Foto di Ultima Generazione

Questa mattina traffico bloccato lungo la Circonvallazione Alfredo OrianiVerona per un’azione di disobbedienza civile legata alla campagna Fondo Riparazione, promossa da Ultima Generazione. Un gruppo di cinque persone ha bloccato la libera circolazione delle auto tra le 8.05 e le 8:15 del 23 ottobre.

Gli attivisti, incatenati tra loro, hanno esposto in mezzo alla strada uno striscione arancione con la scritta Fondo Riparazione. Le forze dell’ordine, arrivate sul posto poco dopo l’inizio del blocco, hanno spostato quasi subito i cittadini dalla carreggiata e li hanno poi definitivamente portati in questura per gli accertamenti necessari.

I motivi della protesta

Con la campagna Fondo di Riparazione Ultima Generazione chiede al governo che venga istituito un fondo preventivo, permanente e partecipato di 20 miliardi di euro, per riparare i danni, sempre maggiori, causati da disastri naturali, come alluvioni, frane, grandine, trombe d’aria e incendi. Si chiede, inoltre, che questi soldi vengano presi proprio dai SAD (sussidi ambientalmente dannosi), dagli stipendi dei politici e dei manager delle industrie energivore partecipate dallo Stato, dalle spese militari e dagli extra-profitti delle compagnie petrolifere.

Le parole degli attivisti

«Il Veneto è la terra in cui sono nata, in cui ho studiato e lavorato e dove vorrei rimanere in futuro; ma è anche la prima regione in Italia per rischio climatico. Oggi, con giornate soleggiate, questo triste primato pare toccarci meno, ma ci siamo già dimenticati delle palle di ghiaccio grosse come arance venute giù dal cielo solo tre mesi fa? Le grandinate e la pioggia passano, ma i danni restano, 1 miliardo e 126 milioni di danni solo in quest’estate. Per questo vogliamo che venga istituito un fondo di riparazione preventivo di 20 miliardi, per ripagare i danni già causati dai disastri climatici e per sentirci almeno un po’ più al sicuro per quelli futuri, perché ad ora, nella mia regione, non mi sento al sicuro né tutelata», ha dichiarato Silvia, una degli attivisti di Ultima Generazione.

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Il blocco del traffico da parte di Ultima Generazione, lungo Circonvallazione Oriani a Verona. foto di ultima Generazione

«Persistono eccessive oscillazioni del clima: dal caldo asfissiante delle ultime settimane si passa in poche ore a doversi confrontare con trombe d’aria, alluvioni e nubifragi. Nulla che gli scienziati non avessero già previsto negli innumerevoli studi riportati all’attenzione internazionale – continuano da Ultima Generazione – Troviamo inaccettabile l’atteggiamento del governo italiano, operante in un paese in cui il 94% dei comuni rischia frane e alluvioni».

Disinteresse per la riduzione delle emissioni climalteranti e mancanza di provvedimenti preventivi e di risarcimento è ciò che contestano al governo italiano gli attivisti, sottolineando i tuttora mancanti aiuti alle zone di Marche ed Emilia Romagna, colpite nei mesi scorsi da eventi climatici estremi e ricordano il violento nubifragio di quest’estate in Veneto che ha messo in ginocchio la produzione del Chianti.

Durante la grandinata anomala
di quest’estate sono caduti blocchi di ghiaccio grandi come bombe. In quel momento mi trovavo in casa, le pareti tremavano: non ho mai avuto tanta paura in vita mia.

Erica, attivista che ha partecipato al blocco della Circonvallazione Oriani

Cittadini e protezione civile a rischio

Quale economia si tutela se i danni climatici sulla piccola e media impresa saranno sempre più ingenti? Quali interessi stiamo difendendo? Chiedono da Ultima Generazione.

Mentre infatti continua a essere garantita la tutela degli interessi di pochi, la popolazione è in grandi difficoltà materiali: perdere la casa, il lavoro, le persone care e, in certi casi, la vita è condizione sempre più comune per molte persone. Rischiano sempre di più sul posto di lavoro gli stessi membri della protezione civile, spesso impegnati in pericolosi interventi di soccorso e di riparazione sui luoghi colpiti dai fenomeni climatici estremi. 

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