Ultima Generazione, manifestanti aggrediti al centro commerciale

di Heraldo.it In evidenza Politica Verona
7 minuti di lettura
Un momento del blocco del 28 ottobre a Verona. Foto Ultima Generazione
Questo articolo è stato pubblicato su Heraldo.it - contenitore di approfondimento indipendente e autofinanziato, che racconta la città di Verona e non solo.

“Oggi c’è stata violenza in strada. Non ce l’abbiamo con le persone che ci hanno trascinato, perché questa società produce rabbiaNon ce l’abbiamo con le forze dell’ordine che si trovano in situazioni difficili. La violenza è la figlia sana di chi da mesi fomenta odio e la guerra tra poveri.  La crisi sociale dovuta al collasso climatico è quello che ci aspetta. E questi sono i primi sintomi.”  Si legge così, sul profili Instagram di Ultima Generazione, dopo le violenze che hanno purtroppo caratterizzato la loro manifestazione pacifica in zona Zai, di fronte al centro commerciale.

I fatti di ieri

Nove cittadine e cittadini aderenti alla campagna “Fondo Riparazione”, promossa da Ultima Generazione, hanno effettuato ieri pomeriggio un’azione di disobbedienza civile a Verona, in via del Lavoro, nei pressi di un centro commerciale. Il gruppo ha bloccato la libera circolazione delle auto, srotolando uno striscione arancione con la scritta, appunto, Fondo Riparazione.

Il blocco è durato pochi minuti, a causa della reazione violenta di una trentina di giovani passanti, che hanno aggredito i manifestanti non-violenti. Pare che la polizia, arrivata dopo una ventina di minuti dall’inizio della protesta, sia intervenuta concentrandosi solo sui manifestanti e non intervenendo su chi, invece, li aveva malmenati. Due ragazzi appartenenti al gruppo di Ultima Generazione hanno dovuto, alla fine, essere portati al pronto soccorso per accertamenti e ricevere le cure del caso.

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montaggio di video diffusi da ultima generazione

Il comunicato di Ultima Generazione

Nella stessa serata di sabato 28 ottobre Ultima Generazione ha diramato un comunicato in cui, oltre a dare la propria versione di quanto accaduto ieri, si legge che “i fenomeni estremi che nelle ultime 72 ore hanno colpito la Liguria (con 108 mm di pioggia caduti soltanto inun’ora a Camogli), Roma e l’Appennino bolognese, provocando numerosi danni, allagamenti, l’interruzione della circolazione sull’A12 e la chiusura cautelativa di decine di Comuni della Liguria, confermano quanto sia necessario e urgente un cambio di paradigma nell’azione del governo nazionale e delle amministrazioni territoriali.

La cultura della straordinarietà, e quindi dell’emergenza, è quella perseguita dal governo verso le popolazioni dell’Emilia Romagna e delle Marche. In Emilia Romagna, dopo sei mesi dal nubifragio, rispetto al fabbisogno urgente di 9 miliardi di euro per risarcire  famiglie e imprese e per riparare il territorio, il governo ha promesso 1,6 miliardi affidandosi per il reperimento di risorse anche ai proventi del Superenalotto; ad oggi, però, a queste persone non è arrivata alcuna somma di denaro. Ancor peggio nelle Marche, trascorsi 13 mesi dall’alluvione del settembre 2022, è arrivato a destinazione solo il 10%dei 400 milioni teoricamente stanziati, e sul territorio non è stata avviata alcuna opera di riparazione. Il risultato di questa politica è l’abbandono dei cittadini, dei territori, e la perdita di segmenti di settori strategici della nostra economia agricola”. 

Un momento del blocco del 28 ottobre a Verona. Foto Ultima Generazione

«Sono uno studente di ingegneria ambientale a Padova» ha dichiarazione in occasione della manifestazione di Verona Samuele. «Sono qui perché non vedo più un altro modo per chiedere al governo delle misure essenziali per proteggere la popolazione dagli eventi climatici estremi.

Il governo dovrebbe istituire immediatamente un fondo riparazione perché i danni stanno aumentando di anno in anno. Sappiamo benissimo che i soldi ci sono, pensiamo ai sussidi ambientalmente dannosi, o agli extraprofitti delle compagnie energetiche; manca invece il coraggio da parte del governo, che dovrebbe mettere in discussione i privilegi delle élite per proteggere concretamente la popolazione. Lo studiamo anche nei corsi di ingegneria ambientale: attualmente servirebbero investimenti di miliardi per mettere in sicurezza il territorio e adattarci alla crisi climatica. Si tratterebbe di investire ora per evitare perdite inimmaginabili in futuro; il governo non lo capisce, non lo vuole capire, per questo spetta a noi cittadini difenderci e resistere.»

Una legge di bilancio che non convince

La Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri prevede per il prossimo triennio una riduzione ulteriore del Fondo per l’Emergenza: dai 490 milioni per il 2023, ai 340 milioni previsti per 2024 e 2025; cifre ridicole se rapportate ai soli danni avuti in EmiliaRomagna.

La Finanziaria prevede una soluzione che non convince: a partire dal 2024, infatti, le imprese saranno obbligate, pagando di tasca propria, a stipulare una polizza assicurativa per le calamità naturali, subendo in caso contrario, come pena, pesanti sanzioni.

Il che suona, onestamente, come un regalo alle compagnie assicurative, che verranno indennizzate con un fondo di 15 miliardi di euro, soldi che potevano invece essere investiti a misure di prevenzione rispetto al climate change o agli stessi cittadini danneggiati dalle alluvioni dei mesi scorsi. 

Secondo il nuovo catalogo pubblicato dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, il Governo continua a investire soldi pubblici del bilancio dello Stato in Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) concessi a soggetti privati: 22,4 miliardi di euro.

Un fondo di riparazione preventivo

La richiesta di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato, da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato, rappresenterebbe un cambio di paradigma politico: non più logica dell’emergenza di fronte alle conseguenze dei fenomeni estremi, ma ottica di programmazione.

I soldi si otterrebbero attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazione degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e dei benefit ai loro manager, l’eliminazione delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per tutte queste ragioni, affermano i volontari di Ultima Generazione, “scendiamo in strada, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando repressione, tribunali e processi”.

La richiesta di Ultima Generazione è chiara. Si chiede al governo di creare un Fondo Riparazione da 20 miliardi di euro per riparare i danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi (alluvioni, grandinate, incendi, siccità e così via) dovuti allo stravolgimento climatico provocato dall’uso dei combustibili fossili.

L’articolo è stato pubblicato su Heraldo il 29 ottobre 2023, ed è leggibile qui.

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