Padova, sull’Hub di Alì la maggioranza di Giordani è spaccata

di Saverio Alberini In evidenza Padova Politica
5 minuti di lettura
A inizio novembre oltre 500 persone hanno manifestato contro il progetto di ampliamento del magazzino di Alì a Granze di Camin. Foto pagina Facebook Comitato Cittadini di Granze di Camin.

Dopo i casi Baxi e Faresin, in provincia di Vicenza, anche a Padova altri terreni agricoli sono a rischio cementificazione. Per questo, il 5 novembre scorso 500 persone si sono ritrovate per manifestare – rispondendo all’appello del Comitato cittadini di Granze di Camin e dal circolo Wigwam – contro l’ampliamento progettato dall’azienda di supermercati Alì in via Svezia, che andrebbe ad interessare un’area agricola di 15 ettari, grande due volte Prato della Valle.

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Una questione politica

Il progetto, oltre alle criticità di tipo ambientale presentate dalle associazioni scese in piazza, è diventato anche un problema politico per la giunta del sindaco Giordani. Infatti, ad essersi uniti alla manifestazione sono anche diversi esponenti della maggioranza, a partire da Coalizione Civica.

L’eventuale decisione favorevole all’ampliamento comporterebbe una variante al Piano degli Interventi recentemente approvato dal consiglio comunale, che prevede nuove edificazioni solo per 5,8 ettari in tutta la città. L’ampliamento di Alì, invece, interesserebbe una superficie quasi doppia. Per Legambiente, poi, il progetto non è coerente con il piano territoriale regionale, e per il quale la stessa associazione parla già da tempo di fallimento.

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Lo studio ambientale commissionato dalla giunta Giordani

Il consiglio comunale che dovrà pronunciarsi sulla variante, inizialmente previsto per fine novembre, slitterà a inizio 2024: una “tregua natalizia” per non far esplodere le divisioni nella maggioranza. Intanto, negli scorsi giorni il comune ha pubblicato uno studio commissionato alla società Terre srl in collaborazione con Etifor e il dipartimento Icea dell’Università di Padova costato 75 mila euro ai contribuenti – il quale è giunto alla conclusione che: “La scelta dell’ampliamento della sede di Alì in via Svezia è quella con le migliori performance ambientali rispetto alle altre soluzioni e nei diversi scenari valutati”. 

Rizzardi (Pd): «Non è un progetto sostenibile»

Per orientarci meglio all’interno di questa vicenda abbiamo chiesto aiuto a Sebastiano Rizzardi, padovano eletto nell’assemblea nazionale del Partito Democratico. Rizzardi commenta positivamente questa «fase di riflessione e confronto» dell’amministrazione, nello specifico però, per quanto riguarda lo studio commissionato dal comune si dichiara dubbioso sulla sua imparzialità e utilità. 

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«Questo anche perché – ci tiene a precisare Rizzardi – i nuovi modelli di sviluppo che stanno emergendo in seguito alla crisi climatica non dovrebbero prevedere ulteriore cementificazione di terreni agricoli e quindi questo progetto costituisce una contraddizione lampante rispetto a quelli che dovrebbero essere gli obiettivi comuni di sostenibilità e giustizia climatica». 

Greenwashing?

Infatti, un terreno cementificato e sottratto all’agricoltura impermeabilizza il suolo in maniera definitiva, con i relativi rischi di mancato assorbimento dell’acqua e l’aumento della temperatura in quella zona. Inoltre, le compensazioni ambientali complete stimate dallo studio di Terre srl non si raggiungerebbero prima di 30 anni (a causa delle diverse fasi di vita e di stoccaggio di CO2 degli alberi). Questa vicenda si delinea più che altro come un caso di “greenwashing” da parte dell’azienda Alì, la quale, per giustificare una nuova gettata di cemento propone di compensare costruendo “foreste, orti e verde urbano”, rendendo così il progetto appetibile anche agli occhi dell’amministrazione.

Cartello contro ampliamento Alì a Padova
Uno dei cartelli portati in consiglio comunale a Padova dai cittadini contrari all’ampliamento Alì a Granze di Camin. Foto pagina Facebook Comitato Cittadini di Granze di Camin.

Spendere energia (e soldi) per studi tecnici che permettano di giustificare ulteriore cementificazione per l’ampliamento di una delle tante Gdo presenti nel territorio stona decisamente con l’urgenza degli appelli lanciati dagli attivisti ambientali, e accolti anche da tanti cittadini, per uno sviluppo completamente sostenibile e non “di compensazione”.

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