Frode fondi Pnrr, Osservatorio civico: «Serve più trasparenza sui dati»

di vez Economie In evidenza Venezia
3 minuti di lettura
Una moneta da 2 euro. Photo by Immo Wegmann / Unsplash

Questa mattina, 4 aprile, la Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito misure cautelari per 23 persone sospettate di aver messo in atto una frode ai danni dell’Unione Europea finalizzata a ottenere 600 milioni di euro di fondi del Pnrr. Le fiamme gialle hanno attuato un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta del Procuratore Europeo Delegato dell’Ufficio di Venezia.

Sul fatto interviene l’Osservatorio Civico sul Pnrr in Veneto: «Plaudiamo all’azione della magistratura, ma occorre lavorare di più sulla trasparenza dei dati. Dopo la revisione del Pnrr approvata dal consiglio europeo ai primi di dicembre dello scorso anno,  non è possibile avere un quadro completo dei dati sul nuovo Pnrr. Mancano informazioni sulle misure e i relativi importi e un elenco aggiornato di tutti i progetti che saranno realizzati. Gli unici dati che il governo ha condiviso riguardano le scadenze e la loro distribuzione per trimestri, fino al 2026».

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L’Osservatorio, promosso da Cgil del Veneto, Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale (Lies), Centro di documentazione e di inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto (Cidv), Coordinamento soci Nordest di Banca Etica, Iuav di Venezia e Libera, lancia un happening delle comunità monitoranti del Veneto per il 31 maggio a Dolo, in provincia di Venezia.

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Alle ore 17.30, in collaborazione con il Comune di Dolo, nella sala consiliare si terrà un confronto sulla pratica del monitoraggio civico, un percorso di controllo sociale dal basso delle opere per diffondere trasparenza, responsabilità e democrazia.

«Insistiamo – prosegue in una nota l’Osservatorio –: è essenziale che sia garantita una partecipazione ed un coinvolgimento sociale alle scelte che vengono fatte e agli investimenti compiuti grazie a questi finanziamenti e che su queste stesse scelte si produca un dibattito pubblico consapevole».

«Un dibattito pubblico consapevole, infatti, sulla base di informazioni trasparenti e condivise è d’altronde il migliore antidoto affinché non si consolidino meccanismi corruttivi o cartelli collusivi nella gestione delle risorse – conclude la nota –. Per questo ci stiamo adoperando per diffondere la pratica e la cultura del monitoraggio civico delle opere, prezioso antidoto alla corruzione e al malaffare».

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