A Ferragosto di un anno fa, Elisa Cozzarini raccontava su VeZ come una frana avesse distrutto un pezzo di condotta della “centralina” idroelettrica sul torrente Orsolina, a Borca di Cadore, nel Bellunese. Il tutto all’interno di un’area protetta: il sito di interesse comunitario “Monte Pelmo – Mondeval – Formin” della rete Natura 2000. «Ma chi pagherà adesso? – si chiedeva Cozzarini un’estate fa –. I luoghi saranno ripristinati? Si farà una nuova condotta per riaccendere la centralina? Una nuova strada?».
Le stesse se le ponevano molti attivisti che difendono le montagne del Cadore dai tanti progetti di centraline idroelettriche non sempre “sostenibili” – come dimostra la recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha posto la parola fine a cinque progetti dando ragione alla Provincia di Belluno.
Ora arrivano le prime risposte: il progetto di ripristino è stato pubblicato sul sito della commissione Via (Valutazione di impatto ambientale) della Regione Veneto, nella sezione delle Procedure di Verifica di Assoggettabilità (Screening). A presentare il progetto, datato 28 marzo 2024, è la ACSM – Azienda Consorziale Servizi Municipalizzati S.p.A. di Primiero San Martino di Castrozza, in Trentino, con la previsione di un costo di 1,17 milioni di euro. Al momento il progetto è ancora in fase di verifica amministrativa, non sono dunque ancora stati pubblicati i termini per la presentazione di osservazioni da parte di cittadini, associazioni o enti.
La frana del luglio 2023
Redatto dalla società bresciana Frosio Next, lo studio di fattibilità ha come scopo «ripristinare l’attuale interruzione di funzionamento dell’impianto a seguito dei danneggiamenti subiti dalla condotta forzata conseguenti agli effetti dell’evento franoso avvenuto il 6 luglio 2023 in corrispondenza del versante montuoso in destra idrografica del rio Orsolina» si legge nell’introduzione.
Il progetto prevede di cambiare il percorso allontanandosi dalla frana, posando un nuovo tratto di condotta dell’acqua seguendo in parte l’antico tracciato della strada vicinale “De Tiera”.
Tutta la valle è soggetta «eventi franosi sia recenti che antichi», che sono «presenti su tutto il territorio e ne modellano la superficie in maniera netta». La frana della scorsa estate ha «un fronte di lunghezza stimata di 500 metri e lunghezza dal coronamento alla parte basale della colata di 500 metri, per un volume totale coinvolto stimato in circa 2-3 milioni di metri cubi» e «al momento, non sembra interessare il versante su cui verrà realizzata il raccordo della condotta esistente» si legge nella relazione.
I micropali
Tuttavia, anche un tratto della nuova condotta attraversa un’area che, spiegano i tecnici, è stata in passato «sede di un dissesto caratterizzato da un movimento franoso ora considerato quiescente», che ha intorno al 1965 ha interrotto proprio la vecchia strada vicinale.
Per rafforzare in questo tratto il terreno in cui sarà posato il tubo, si prevede la realizzazione di una «paratia di micropali», tecnicamente una «berlinese»: i pali di acciaio verrano inseriti nel terreno fino a una profondità di 12,5 metri. Sopra tutto il tracciato della tubatura verrà creata una pista di servizio, che non dovrebbe prevedere il taglio di alberi.
L’impatto paesaggistico
«L’area attraversata dal tracciato della nuova condotta – si legge nella relazione – è soggetta a vincolo paesaggistico per la presenza dei versanti boscati. Inoltre, all’inizio dell’area di intervento, si trova la “Grotta della Madonna”, luogo di culto locale parzialmente scavato in roccia, realizzato come voto di ringraziamento dalla popolazione per uno scampato pericolo». L’area di fronte alla grotta sarà occupata dal cantiere, così come un sentiero del Cai, tanto che è prevista l’installazione di segnaletica per indicare un percorso alternativo.
A impattare maggiormente sul paesaggio, a lavori terminati, saranno «le palificate vive (arce) e il rivestimento della berlinese di micropali» ma i promotori prevedono un impatto «modesto, perché sono collocate sulla scarpata di valle del tracciato, quindi, non si trovano al centro della visuale di chi procede lungo il percorso. Inoltre, essendo costituite da materiale naturale e rinverdite con talee, si inseriranno armoniosamente nel contesto. Anche la parete della berlinese, grazie al rivestimento in pietra si inserirà più armoniosamente nel paesaggio rispetto all’opera grezza, senza rivestimento».
Foto e rendering a confronto
Confrontando la foto dello stato attuale dei luoghi e il rendering di progetto contenuti nel documento, tuttavia, il profilo del versante appare nettamente modificato.
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