Elezioni Vicenza: chiunque vinca dovrà gestire il mega cantiere Tav

di vez Geografie In evidenza Politica Vicenza
14 minuti di lettura
Cartelloni elettorali a Vicenza, marzo 2023. Foto di Giulio Todescan

Chiunque vincerà le elezioni amministrative a Vicenza, il cui primo turno si svolge domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023, una cosa sembra certa: il prossimo sindaco dovrà gestire la partenza del cantiere della Tav, cioè l’attraversamento del capoluogo berico da parte della ferrovia ad alta velocità. Sei chilometri e duecento metri di binari da raddoppiare – dai due attuali a quattro – nel cuore della città, un cantiere la cui durata è stimata in ben 9 anni. Numeri che sono raddoppiati quasi quanto le traversine: nel 2017 si stimava un cantiere di 5 anni. Poi il progetto definitivo consegnato nell’agosto 2022 ha visto allungare i tempi, ma anche incrementare i costi e il numeri di aree di cantiere che apriranno in piena città.

Leggi anche: Ambiente, i programmi di Rucco e Possamai a confronto

Parliamo nel dettaglio del secondo lotto della tratta Verona-Padova, chiamato “attraversamento Vicenza”. Un cantiere dal costo di 1,6 miliardi di euro, 600 milioni in più del preventivo precedente risalente a due anni fa, a causa dell’inflazione che ha spinto in su il costo dei materiali e delle modifiche al progetto. Un costo medio di circa 258 milioni di euro al chilometro: per fare un paragone, una relazione della Corte dei conti europea risalente al 2018 ha calcolato un costo medio di 25 milioni di euro al chilometro per la costruzione di ferrovie ad alta velocità in Europa.

Costi decisamente inferiori anche per il primo lotto della Verona-Padova, cioè il Verona-bivio Vicenza, che parte dalla città scaligera e si ferma ad Altavilla Vicentina, alle porte del capoluogo berico. Questo lotto è attualmente in costruzione da parte del Consorzio Iricav Due, General Contractor costituito da Webuild S.p.A., Astaldi, Hitachi Rail STS, Lamaro Appalti S.p.A. e Fintecna S.p.A., il pool di imprese a cui è affidata la progettazione e la costruzione di tutta la tratta fino a Padova. Ebbene, il primo lotto ha un costo di 2 miliardi 470 milioni di euro per 44,2 chilometri di binari da raddoppiare: circa 55,8 milioni a chilometro, ovvero meno di un quarto del costo dell’attraversamento di Vicenza.

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I cantieri dell’Alta velocità tra Verona e Altavilla Vicentina (marzo 2023, fonte: Consorzio Iricav Due)

Alta velocità Vicenza: l’impatto sui quartieri

Perché questo costo così alto? I motivi vanno probabilmente ricercati nella complessità dell’opera, che entra nel vivo del tessuto urbano. Sono previsti numerosi abbattimenti: oltre 100 immobili verranno demoliti, tra cui diversi condomini dei popolosi quartieri ovest, San Lazzaro e Ferrovieri. Per far fronte a questa situazione il comune ha istituito alcuni mesi fa uno sportello di assistenza per gli espropriati.

Inoltre una serie di nuove infrastrutture viarie sorgeranno attorno al fascio di binari raddoppiato: sono destinati alla demolizione il cavalcaferrovia di via Ferreto de’ Ferreti e la vicina passerella pedonale, che collegano i quartieri Ferrovieri e San Lazzaro. Al loro posto sorgeranno ben due diversi manufatti.

Il primo è un tunnel che passerà sotto i binari, collegando con una nuova strada la zona industriale a sud e i quartieri San Lazzaro-San Felice a nord, correndo a fianco ai binari fino alla stazione ferroviaria. Si bypassano così i Ferrovieri e viene abbattuto, tra le altre cose, il centro sociale Bocciodromo. Il secondo intervento è, a poche centinaia di metri da questo, un nuovo viadotto di oltre 200 metri che partirà da via Maganza a sud e atterrerà a nord nel piazzale della stazione, superando binari e fiume Retrone. L’impatto paesaggistico si annuncia notevole: ci troviamo alle pendici di Monte Berico, la collina che domina il centro storico rinascimentale, patrimonio Unesco.

Nuove stazioni, viabilità in tilt e filobus

Capitolo viabilità. Partendo da ovest, al confine con il comune di Altavilla Vicentina sarà allargato un sottopassaggio ferroviario tra la strada provinciale verso Verona e la zona industriale. In zona fiera è prevista la costruzione di una nuova stazione al servizio del quartiere espositivo e di un parcheggio. Nella stessa area, Ponte Alto, quadrante sud-occidentale della città, saranno rifatti i cavalcavia “Serenissima” e “Scaligeri” che dovranno essere sopraelevati: è prevista la loro chiusura per due anni. L’impatto sul traffico rischia di essere devastante: i cavalcavia fanno parte della tangenziale che collega il casello autostradale di Vicenza Ovest alla provinciale per Schio e Thiene, punto nevralgico della viabilità cittadina e provinciale.

È prevista anche la ristrutturazione della stazione storica in centro, con la costruzione di un parcheggio sotterraneo. Tra le opere accessorie, una linea di filobus che attraverserà la città dalla fiera alla Stanga. Infine, tra le opere di “compensazione”, in territorio di Sovizzo sarà realizzata una cassa d’espansione con capacità di 550 mila metri cubi sull’Onte, uno dei torrenti che unendosi danno vita al fiume Retrone.

Gli interventi sulla viabilità, fonte: progetto definitivo Iricav Due

Le aree di cantiere in città

Particolarmente impattanti le aree di cantiere previste nel territorio comunale, parliamo di 248 mila metri quadri. Le più grandi sono i due “campi base” di Vicenza Ovest (23 mila metri quadri) e di viale Camisano, verso Padova (27 mila metri quadri) con attrezzature e uffici di direzione. Poi ci sono i “cantieri industriali”: “ubicati in corrispondenza di opere rilevanti, dispongono di tutte le strutture
direttamente al servizio della produzione e sono attrezzati con appositi impianti e servizi per lo
svolgimento delle attività lavorative” si legge nel progetto definitivo di Iricav Due. Ci saranno ad esempio impianti di betonaggio.

Si tratta di quattro cantieri nel cuore della città: viale Roma (di fronte alla stazione), via Maganza (in pieno quartiere Ferrovieri), OGR (sempre ai Ferrovieri, nell’area delle officine di Ferrovie dello Stato) e via Camisano (alla Stanga).

L’assemblea convocata il 27 settembre 2022 dalla giunta comunale per presentare il progetto definitivo dell’Alta velocità

Le incognite di Vicenza Est

Tutto ciò, in estrema sintesi, è quanto riguarda il lotto 2, che si chiama “Attraversamento Vicenza” ma in realtà ne attraversa solo una parte. La prosecuzione verso est, da poco oltre la stazione fino al confine con Torri di Quartesolo, rientra nel terzo lotto dell’opera, il “Vicenza-Padova”, di 26,1 chilometri di lunghezza, dei quali circa 3 in territorio urbano del capoluogo, attraversando i quartieri di San Pio X e della Stanga. Del terzo lotto al momento non esiste un progetto.

Ci sono diverse ipotesi, una interrata e l’altra in superficie, ed entrambe provocherebbero una buona dose di demolizioni ed espropri. Il comune ha attivato un sito web e un percorso di partecipazione per valutare le diverse ipotesi, esposte in un video che pubblichiamo qui sotto.

Tra le incognite più grandi c’è il temuto “scavalco”: un cavalcavia che dovrebbe portare i due nuovi binari dell’alta velocità a superare la linea storica, passando da nord a sud della stessa. Dove sarà costruito? A Settecà, frazione del capoluogo ai confini con Torri di Quartesolo, o più a oriente? Nessun sindaco sembra volerlo sul suo territorio.

Le ipotesi di progetto per l’Alta velocità a Vicenza Est

Le proteste di comitati e Fridays for Future

Di fronte a questo quadro, soprattutto a partire dalla divulgazione pubblica del progetto definitivo, nel settembre del 2022, si è fatta sentire in città la protesta dei contrari all’opera, organizzati da comitati No Tav radicati nei quartieri Ferrovieri e San Pio X, i più coinvolti dai progetti. Il 6 maggio i Fridays for Future hanno manifestato di fronte alla sedi elettorali dei due candidati sindaco con più possibilità di essere eletti: il primo cittadino uscente Francesco Rucco, sostenuto dal centrodestra, e lo sfidante Giacomo Possamai per il centrosinistra.

L’iniziativa aveva l’obiettivo, nelle parole del movimento, di «svelare l’ ipocrisia di due candidati che provano di tutto per smarcarsi uno dall’ altro, dentro però una sostanziale uguaglianza di posizioni rispetto al tema centrale per la Vicenza del prossimo decennio: il progetto Tav». Possamai si è mostrato dialogante con i giovani manifestanti, un atteggiamento che per i Fridays for Future è «retorico di fronte all’ evidenza di una sua posizione che lo dichiara già fallito nei confronti di uno degli impegni principali di un primo cittadino: la tutela della salute pubblica».

Niente incontro invece con Rucco, la cui sede era chiusa. «Abbiamo però sottolineato – spiegano i FFF – come in questi anni abbia trattato la zona ovest della città come zona di sacrificio, dove sfogare la sete di profitto di Confindustria a scapito della salute e della qualità della vita di interi quartieri». Infine il movimento ribadisce: «Al di là del risultato di queste elezioni ci sarà e continuerà la lotta e la resistenza contro questo progetto inutile e dannoso per il territorio e per tutte le persone di Vicenza e non solo».

Protesta davanti alla sede di Giacomo Possamai, 6 maggio 2023, fonte pagina Facebook Fridays For Future Vicenza – Italy

Le posizioni dei candidati sindaco

Il tema dell’alta velocità è sembrato a tratti l’elefante nella stanza della campagna elettorale: un argomento così grande e ricco di incognite da essere difficile da affrontare per tutti.

Se da un lato Rucco ha evitato l’argomento – è significativo che nel libretto programmatico sul suo sito ufficiale non si tocchi il tema nemmeno una volta – dall’altro Possamai lo utilizza per attaccare il suo principale avversario e promette una gestione migliore del dossier, istituendo la figura di un “manager urbano” per gestire i cantieri e proponendo a Rfi e Iricav Due una revisione del progetto, anche con «la sperimentazione dei 3 binari, o la sezione ridotta, che prevede binari avvicinati il più possibile tra loro. Entrambe le soluzioni ridurrebbero sensibilmente gli abbattimenti» si legge nel programma elettorale del candidato di Pd e centrosinistra.

A sua volta Possamai è attaccato da sinistra: Annarita Simone, candidata sindaca de La Comune (area Unione Popolare) sposa la linea dei Fridays For Future promettendo un netto rifiuto dell’opera. Contrario in linea di principio lo sarebbe anche Edoardo Bortolotto, candidato del Movimento 5 Stelle, che però di fronte ai cantieri di fatto giunti alle porte della città fa professione di realismo e annuncia percorsi partecipativi e trasparenza per ridurre i disagi per i cittadini.

Tra i battitori liberi del centrodestra, Claudio Cicero, ex assessore con Rucco (e prima ancora con Variati e con Hüllweck) all’ennesima candidatura con la sua lista personale, attacca frontalmente la gestione del sindaco uscente e propone una moratoria di sei mesi sul progetto per valutare la soluzione a 3 binari (la stessa proposta da Possamai).

L’altro indipendente di centrodestra, Lucio Zoppello (Rigeneriamo Vicenza) propone di istituire un commissario ad acta, per sgravare la struttura del Comune dalla gestione del progetto, e si fa paladino dei quartieri orientali contro l’ipotesi scavalco. La grande incognita è quanto ampi siano i margini – se esistono – per modificare il progetto prima che inizino i cantieri.

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