La pista di bob di Cortina consumerà 22 milioni di litri di acqua potabile. I Verdi: «Inaccettabile»

di vez Belluno In evidenza Politica
3 minuti di lettura
Foto tratta dalla pagina Facebook di Cristina Guarda - consigliera Regione Veneto

Non si placano le polemiche attorno alla nuova pista di bob di Cortina. L’impianto, una delle opere previste per le olimpiadi invernali del 2026, è fortemente voluta dalla Regione, governatore Zaia in testa, ma ha incontrato da subito l’opposizione delle sigle ambientaliste e dei comitati cittadini. Per i costi, lievitati dai 60 milioni previsti inizialmente ad oltre 100 milioni, per le spese di gestione, che si annunciano difficilmente sostenibili nel medio periodo, e per l’impatto ambientale dell’opera, che mal si sposerebbe con la teoria di olimpiadi “sostenibili”.

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Due, in particolare, i punti critici. Da un lato, denunciano Cai, Lipu, Mountain Wilderness, Pro Natura, Touring Club Italiano e WWF (che sostengono il ricorso di Italia Nostra al Tar del Lazio contro il progetto) sarà necessario deforestare oltre 25mila mq di boschi, tra cui circa 200 larici storici. 

C’è poi la questione del fabbisogno idrico necessario per il funzionamento dell’impianto. Per la formazione e il mantenimento del ghiaccio della pista di Cortina serviranno oltre 20milioni di litri di acqua per i 5 mesi di utilizzo invernale, da ottobre a febbraio. 

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La conferma arriva direttamente dalla Conferenza dei servizi, dopo una richiesta di chiarimento in merito da parte della Provincia di Belluno. Si legge nel verbale: «La centrale di produzione del freddo determina un volume di circa 20 mila metri cubi d’acqua dalle torri d’evaporazione. Seppur dipendente dalle condizioni meteo esterne si può ipotizzare un consumo uniforme di 4milioni di litri al mese». 

Complessivamente per la produzione di ghiaccio e impianto di raffreddamento il fabbisogno d’acqua sarà di 21.890 metri cubi. Ovvero 22 milioni litri di acqua

C’è di più. L’acqua necessaria sarà attinta dall’acquedotto comunale. Perché, specifica ancora il verbale della Conferenza dei servizi (che, per inciso, si è chiusa con tutti pareri positivi, ndr), «l’utilizzo di acque provenienti dai processi di depurazione o dal recupero acque piovane è stata esaminata in sede di progettazione e non è stata ritenuta idonea».

Chiarimenti che non hanno soddisfatto la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde), in prima linea da subito contro l’impatto ambientale dell’opera, che attacca la Regione in un’interrogazione: «Il piano-siccità non inverte la rotta su opere idrovore come la pista da bob a Cortina, per la quale evidentemente la crisi idrica non interessa. Un’opera, questa, in grado di consumare anche l’acqua potabile che ci manca, cioè oltre 20 milioni di litri d’acqua potabile all’anno. Mentre a tutti noi viene richiesto un razionamento, specie in settori strategici».

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